Il problema dello sfruttamento delle torbiere è una questione di grande attualità nell’opinione pubblica e pone importanti interrogativi tra i professionisti del settore, in particolare nel mondo del vivaismo, dove la torba di sfagno, nelle varie gradazioni e frazioni, è un elemento centrale nella realizzazione di substrati di qualità. Al momento non esistono norme che vietano o limitano espressamente l’utilizzo della torba di sfagno, ma la situazione è in continua evoluzione. Sono sempre di più gli addetti ai lavori che prediligono substrati peat-free (cioè privi di torba) con componenti alternativi come fibra di cocco e fibra di legno. Prodotti che per caratteristiche naturali, possono sostituire la torba. Non va comunque dimenticato che la torba (vedi approfondimento) è ancora oggi uno dei componenti più importanti nei substrati di coltivazione grazie alle sue caratteristiche favorevoli come l’ottima ritenzione idrica, la capacità di drenaggio e il controllo del Ph.
Cosa dice la normativa
La normativa sullo sfruttamento delle torbiere varia da paese a paese, visto che dipende da leggi e regolamenti locali. Esistono tuttavia accordi internazionali che cercano di regolamentare e limitare lo sfruttamento delle torbiere a livello globale. La Convenzione di Ramsar, per esempio, è un accordo stipulato per favorire la protezione delle zone umide e i loro habitat. A livello europeo è sicuramente conosciuta la Direttiva Habitat (92/43/CEE) che ha chiesto a tutti gli Stati membri di adottare piani di gestione e misure di conservazione per proteggere le torbiere e le loro specie. La normativa è comunque in continua evoluzione visto che cresce sempre di più la consapevolezza dell’impatto ambientale generato dall’estrazione della torba nell’opinione pubblica. La tendenza che emerge dalle ultime proposte normative, sembra essere quella di escludere l’utilizzo della torba per le attività hobbistiche e limitarne l’uso nei substrati professionali con gradualità nei prossimi anni.
Peat matter: sfruttamento delle torbiere e cambiamento climatico
Il problema dello sfruttamento delle torbiere è una questione aperta. Le torbiere sono ecosistemi che si sono formati nel corso di migliaia di anni. Sono caratterizzate da uno strato di torba, un materiale organico in decomposizione, che si accumula lentamente nel tempo. Senza dubbio l’adozione di terricci peat-free può portare alla riduzione della domanda di torba e può contribuire alla conservazione delle torbiere. In particolare può limitare alcuni fattori ambientali.
La perdita di habitat
Le torbiere ospitano una ricca biodiversità, compresi habitat per specie vegetali e animali specializzati che dipendono da queste aree. Lo sfruttamento delle torbiere comporta conseguenze importanti per la flora e la fauna presente.
Le emissioni di gas serra
Le torbiere funzionano come serbatoi di carbonio e accumulano grandi quantità di carbonio nel terreno. L’estrazione della torba comporta l’esposizione del carbonio all’aria, provocando l’emissione di grandi quantità di gas serra, in particolare di anidride carbonica (CO2). Ciò contribuisce al cambiamento climatico e all’aumento delle emissioni di gas serra nell’atmosfera.
L’impatto idrologico
Le torbiere svolgono un ruolo fondamentale nel bilancio idrico delle aree circostanti. L’estrazione della torba può alterare l’idrologia naturale delle torbiere, causando la perdita di funzioni idrologiche, come il rilascio di acqua pulita, la regolazione del flusso delle acque superficiali e la filtrazione delle acque sotterranee.
L’impatto paesaggistico
Lo sfruttamento delle torbiere può comportare anche una trasformazione radicale del paesaggio, per esempio con la realizzazione di scavi che possono compromettere la stabilità del suolo.
L'estrazione e l'utilizzo della torba possono contribuire alle emissioni di gas serra e al cambiamento climatico
La torba è una forma di carbonio organico che si accumula nel terreno delle torbiere durante lunghi periodi di decomposizione della vegetazione. Quando la torba viene estratta viene interrotto il processo di accumulo di carbonio, portando all’emissione di gas serra.
Emissioni dirette di CO2
Durante l’estrazione della torba, il carbonio precedentemente sequestrato nella torba viene esposto all’aria, accelerando il processo di decomposizione e rilasciando anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera. Queste emissioni dirette di CO2 derivanti dall’estrazione contribuiscono all’aumento delle concentrazioni atmosferiche di gas serra.
Emissioni di metano (CH4)
La gestione delle torbiere dopo l’estrazione, come l’irrigazione o il drenaggio, può creare condizioni favorevoli alla produzione di metano, un gas serra molto più potente della CO2. Il metano viene prodotto dalla decomposizione anaerobica della torba e viene rilasciato nell’atmosfera, contribuendo all’effetto serra.
Substrati peat-free come alternativa concreta alla torba
Anche se al momento non ci sono leggi europee o nazionali che impediscono o limitano l’uso della torba di sfagno nei substrati, importanti supermercati e garden center hanno deciso di adottare politiche di marketing che sostengono la salvaguardia delle torbiere commercializzando piante in vaso con terricci senza torba (peat free).
Questo aspetto avrà un notevole impatto sulle pratiche agronomiche dei vivai di produzione, che dovranno fornire piante in contenitore in linea con i nuovi requisiti richiesti dai clienti, soprattutto per chi esporta nel Regno Unito e nel nord europa dove la tematica “peat matter” è già attuale.
I terricci senza torba, noti anche come terricci peat-free, sono formulati senza l’utilizzo di torba come componente principale. L’utilizzo di terricci senza torba è un’alternativa ecologicamente sostenibile a patto di poter utilizzare prodotti alternativi di qualità come fibra di cocco e fibra di legno . Come produttori di substrati siamo in grado di fornire la migliore risposta possibile a tutte le esigenze dei clienti. Nel nostro catalogo professionale è, infatti, possibile trovare prodotti complementari o alternativi alla torba bionda di sfagno, come la fibra di cocco o la fibra di legno e la realizzazione di substrati già pronti come fibra di cocco + fibra di legno + pomice (codice TERCP01W) o solo fibra di cocco (codici TERCC00, TERCC01).
Cocco e Pomice (codice TERCP01), Cocco e Perlite (TERCC01P). Substrati che sopperiscono alla mancanza di torba in termini di ritenzione idrica, drenaggio e struttura del terreno con altre materie prime idonee.
Substrati a base di fibra di cocco
L’utilizzo della fibra di cocco nei vivai offre sicuramente importanti vantaggi, come la sostenibilità, un ottimo drenaggio e la capacità di trattenere l’acqua. La tendenza nel settore dei substrati per la coltura in vaso di promuovere materie prime alternative, ha visto la fibra di cocco diventare la più importante alternativa alla torba, sia a livello economico, sia a livello qualitativo. Ovviamente per avere un substrato peat-free di qualità è necessario che il prodotto scelto abbia una corretta maturazione e bassi livelli di salinità. La ripresa recente delle esportazioni a livello mondiale sembra sempre di più confermare questa tesi.
L’utilizzo della fibra di legno nei substrati
La fibra di legno è uno degli ammendanti più interessanti, tra quelli utilizzati all’interno dei substrati. Introdotta da più di dieci anni è diventata un materiale di largo uso nel mondo del vivaismo. L’efficacia della fibra di legno come componente del substrato è stata ampiamente dimostrata dai test e dall’utilizzo decennale in campo professionale. Tuttavia l’efficacia del prodotto può variare in base a diversi fattori, come per esempio il tipo di pianta da cui deriva, le condizioni ambientali esistenti, il processo di produzione e la composizione finale del substrato. L’utilizzo prolungato nel tempo ha comunque confermato tutta una serie di caratteristiche e di benefici che la fibra di legno può apportare all’interno del substrato come struttura e drenaggio, ritenzione dell’acqua, controllo del Ph e rafforzamento delle radici delle piante. Il consiglio è quello di utilizzare fibra di legno ottenuta da un processo di realizzazione monitorato e standardizzato. Utilizzando il prodotto corretto, infatti, la fibra di legno ha tutte le caratteristiche ideali per essere utilizzata nei substrati peat-free.