
La mosca del pesco, conosciuta come mosca mediterranea della frutta, è uno dei parassiti più temuti dagli agricoltori e dai vivaisti (soprattutto nei vivai di produzione di alberi da frutto). Questo insetto può compromettere la resa e la qualità dei frutti, sia in ambito agricolo, sia in ambito vivaistico. La mosca del pesco rappresenta una minaccia sempre più concreta per la produzione di frutta a nocciolo, in particolare per pesche, albicocche e susine. Noto scientificamente come Ceratitis capitata, è un fitofago altamente distruttivo, in grado di compromettere la qualità e la commerciabilità dei frutti. La sua diffusione è favorita dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi agricoli. Vediamo meglio le sue caratteristiche, il ciclo vitale, i danni che provoca e le strategie di difesa più efficaci.
Che cos'è la mosca del pesco?

La mosca del pesco è un nemico silenzioso, ma altamente distruttivo. Conoscere il suo ciclo vitale e agire preventivamente è importante per proteggere le colture. Solo un approccio integrato e consapevole consente di contenere questa minaccia, salvaguardando la produzione e l’ambiente.
Caratteristiche morfologiche
- Adulto: lungo circa 4-5 mm, di colore giallo-arancio con bande scure sulle ali. La Ceratitis capitata ha occhi verdi brillanti e un corpo compatto.
- Uovo: piccolo, bianco e allungato, deposto all’interno del frutto maturo.
- Larva: apoda, biancastra, si sviluppa nella polpa del frutto, causando marcescenze e caduta precoce.
Ciclo biologico
- L’insetto si riproduce velocemente e può colpire diverse volte all’anno, soprattutto nelle regioni meridionali e centrali.
- Sverna allo stadio di pupa nel terreno.
- Gli adulti iniziano a comparire in primavera, con picchi di infestazione nei mesi compresi tra giugno e settembre.
- Le femmine depongono le uova sotto la buccia dei frutti maturi o in fase di maturazione.
I danni provocati in campagna e in ambito vivaistico

I danni principali causati dalla mosca del pesco sono di natura diretta, per la presenza di larve che scavano gallerie all’interno dei frutti, rendendoli immangiabili e non commerciabili. Ma esistono anche danni indiretti, come l’insorgenza di muffe e marciumi e la perdita economica legata alla necessità di anticipare la raccolta per evitare le infestazioni.
Nei vivai, l’infestazione può compromettere le giovani piante da frutto, con danni ancora più gravi se si tratta di varietà pregiate o innesti appena realizzati. I sintomi più evidenti sono:
- Ammaccature e decolorazioni sulla buccia.
- Marciumi interni con odore sgradevole.
- Caduta prematura del frutto.
- Perdita di qualità commerciale.
Come riconoscere l’infestazione
Il monitoraggio è fondamentale. La presenza della mosca del pesco può essere rilevata tramite trappole cromotropiche o trappole attrattive con feromoni. L’osservazione dei frutti colpiti, che presentano piccole perforazioni, colature di sostanza zuccherina e marciumi localizzati, è un altro indizio valido. Nei vivai è importante ispezionare frequentemente le piante, soprattutto nei mesi estivi e rimuovere immediatamente eventuali frutti infetti per limitare la diffusione.
Strategie di lotta e prevenzione
Per contrastare efficacemente la mosca del pesco, è essenziale adottare un approccio di difesa integrato che prevede:
- Monitoraggio costante tramite trappole, utile per determinare il momento ottimale del trattamento.
- Raccolta tempestiva dei frutti maturi per ridurre le possibilità di ovideposizione.
- Rimozione dei frutti caduti o danneggiati, che possono fungere da incubatori per le larve.
- Trattamenti fitosanitari mirati, da effettuare solo nei periodi di massimo rischio e previa rilevazione di soglie critiche.
- Uso di trappole massali per la cattura dei maschi, riducendo la popolazione riproduttiva.
- Soluzioni biologiche, come l’introduzione di antagonisti naturali (parassitoidi o nematodi entomopatogeni) o l’uso di bioinsetticidi.
La mosca del pesco colpisce anche gli agrumi
Sebbene venga chiamata mosca del pesco, gli agrumi sono tra le colture maggiormente colpite, in particolare durante le fasi di invaiatura e maturazione dei frutti.
Ciclo e comportamento della mosca del pesco sugli agrumi
La femmina della mosca depone le uova sotto la buccia del frutto. Dopo pochi giorni, le larve si schiudono e iniziano a nutrirsi della polpa interna, scavando gallerie che provocano:
- marciumi interni,
- caduta precoce del frutto,
- perdita totale del valore commerciale.
Gli agrumi risultano particolarmente vulnerabili nelle varietà a buccia sottile e precoce, come i mandarini Clementine, ma anche in molti ibridi moderni.
Nei periodi tardo-estivi e autunnali, quando coesistono frutti maturi e condizioni climatiche miti, l’insetto può riprodursi molto rapidamente, effettuando anche 3–4 cicli in un solo raccolto.
Danni agli agrumi: conseguenze economiche gravi
I danni causati dalla mosca del pesco negli agrumeti possono arrivare a compromettere fino al 100% della produzione in assenza di interventi adeguati. I sintomi tipici includono:
- piccole ferite circolari visibili sulla buccia,
- fuoriuscita di liquido zuccherino,
- colorazioni anomale o zone mollicce,
- caduta anticipata dei frutti.
Oltre ai danni diretti, c’è anche l’impatto indiretto, come maggiori costi per i trattamenti, riduzione delle rese esportabili.
L’importanza della prevenzione nei vivai
I vivai rappresentano un punto cruciale per la gestione della mosca del pesco. Un’infestazione in vivaio può propagarsi rapidamente ai frutteti vicini e compromettere intere colture. Per questo motivo, è essenziale adottare protocolli preventivi severi, che includano il monitoraggio sistematico, la quarantena delle nuove piante e la formazione degli operatori agricoli.
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