Fertilizzanti minerali soluzioni per un effetto immediato
per le coltivazioni in pieno campo
La concimazione delle colture in pieno campo va effettuata tenendo conto di diversi fattori. Il primo è legato al fabbisogno effettivo delle piante di elementi nutritivi, il secondo della disponibilità di elementi presenti nel suolo, il terzo la restituzione che avviene attraverso i residui colturali. Ovviamente vanno tenuti in considerazione molti altri fattori come per esempio la qualità e la quantità dei concimi minerali distribuiti. E, infine per ultimo, ma non per ordine di importanza, la redditività economica generata delle singole colture. L’apporto di sostanze nutritive durante la concimazione a pieno campo deve avvenire durante la fase di crescita delle piante, cioè nel periodo della stagione compreso tra primavera e metà agosto. Vanno tenuti sempre in considerazione altri fattori come per esempio la presenza di temperature torride, connesse alle condizioni del terreno. In piena estate, quando il caldo è pungente, è consigliato annaffiare il terreno prima di procedere con la somministrazione dei fertilizzanti per favorire un migliore assorbimento, ed evitare una dispersione elevata dei prodotti utilizzati.
Azoto, Fosforo e Potassio: le basi dei fertilizzanti
Gli elementi nutritivi più importanti per le nostre piante sono sostanzialmente tre:
- Azoto (N)
- Fosforo (P)
- Potassio (K)
L’azoto rappresenta uno degli elementi centrali in natura, essendo alla base di proteine e amminoacidi. Gioca un ruolo determinante anche nella crescita delle piante. In commercio possiamo trovare diversi concimi che hanno la base principale di azoto, tra cui i cosiddetti NPK, composti da macroelementi primari come azoto (N), il fosforo (P) e il potassio (K). Ogni elemento svolge una funzione specifica nel metabolismo della pianta, favorendo la crescita e il benessere delle colture. La base di azoto è comunque presente in molti fertilizzanti come urea, solfato d’ammonio, nitrato di ammonio e nitrato di calcio.
L’effetto dell’azoto sulle colture
L’azoto è l’elemento di base per la vita e lo sviluppo delle piante. Svolge un ruolo indispensabile nei processi biochimici come la fotosintesi clorofilliana. In assenza di azoto la pianta farà fatica a crescere. Un fertilizzante di qualità, a base di azoto, permette alla pianta di migliorare i suoi ritmi di crescita, di avere foglie più verdi e di sviluppare in maniera sana nuovi germogli. La carenza di azoto, invece, provoca un rallentamento nella crescita e le foglie tendono ad ingiallirsi con la conseguente diminuzione della produzione. Tutte le piante (l’unica eccezione è rappresentata dalle leguminose), non sono in grado di assorbire l’azoto per via aerea. Per questo è fondamentale un assorbimento costante, efficace e possibilmente controllato attraverso le radici, a patto che l’azoto sia disponibile sotto forma di ioni nitrici (NO3-) e di ioni ammoniacali (NH4+). Nel suolo l’azoto entra grazie al fertilizzante e determina un ciclo di trasformazione microbiologica e chimica che lo porta a trasformarsi in forme semplici assimilabili dalle piante. Gli ioni nitrici (NO3-) sono molto solubili in acqua, gli ioni ammoniacali (NH4+) risultano invece molto volatili nell’aria e tendono a lasciare velocemente il suolo.
I quattro gruppi di fertilizzanti a base di azoto
- Fertilizzanti Organici azotati di sintesi
- Fertilizzanti nitrici e ammoniacali
- Fertilizzanti nitrico-ammoniacali
- Azoto a lenta cessione
Concimi organici azotati organici di sintesi
L’urea è il concime azotato più famoso e utilizzato per il costo contenuto e una veloce assimilazione. L’urea non è utilizzabile dalla pianta, ma nel terreno. Subisce una serie di trasformazioni da parte dei batteri fino a raggiungere la forma di ione nitrico (NO3-) che permette alle piante di essere assimilate.
FERTORGANICO
UREA
Fertilizzanti nitrici e ammoniacali
Nitrato di calcio e nitrato di sodio sono due ioni molto solubili e facilmente assimilabili dalle piante. Non devono subire alcuna trasformazione in natura e sono immediatamente assimilabili. Sono molto solubili e possono risultare facilmente dilavabili. Per questo è necessaria un frazionamento dell’impiego nel tempo. I concimi nitrici hanno un’ azione anti-asfissiante, in quanto contengono ossigeno, e una funzione anticongelante, in quanto sono sali che abbassano il punto di congelamento della linfa così come il sale da cucina opera su una strada ghiacciata.
I concimi ammoniacali hanno una assimilazione più lenta, in quanto devono subire prima un processo di nitrificazione (che li trasforma in concimi nitrici). Hanno tuttavia il pregio di essere meno soggetti al dilavamento, ma se non vengono interrati possono volatizzare sotto forma di ammoniaca.
Tra i più usati vi è il solfato di ammonio, che contiene zolfo, un microelemento pure importante per la crescita delle piante. Non è adatto ai terreni carenti di calcio, mentre va molto bene in quelli calcarei. Il solfato d’ammonio viene impiegato come correttore nei terreni alcalini, poiché abbassa il pH del terreno. Non contiene tuttavia grandi quantità di azoto rispetto ad urea e ai concimi nitrici.
NITROPHOSKA GOLD
NITROPHOSKA SPECIAL
NITROPHOSKA SUPER
Fertilizzanti nitrico-ammoniacali
Il nitrato d’ammonio è uno dei concimi più utilizzati poiché coniuga i pregi sia dei concimi nitrici che di quelli ammoniacali. Contiene infatti sia azoto immediatamente utilizzabile da parte della pianta (gruppo nitrato) sia azoto a più lento rilascio (gruppo ammoniacale).
YARA TERA AMNITRA
Azoto a lenta cessione
Come visto uno dei difetti dei concimi azotati è la loro scarsa persistenza nel terreno. Per far fronte a questo problema le ditte produttrici hanno messo a punto dei concimi a lenta cessione che non fanno altro che ostacolare i processi di volatilizzazione o di lisciviazione.
Per allungare la loro permanenza nel suolo e fare in modo che vengano il più possibile assimilati dalle colture, i concimi possono essere oggetto di diversi trattamenti. Possono ad esempio essere micro-incapsulati con membrane di varia natura che li proteggono dai fenomeni di degradazione naturale che avvengono nel suolo. Oppure possono essere uniti a inibitori che interferiscono con gli enzimi (dell’ureasi e della nitrificazione) presenti nel terreno, oppure essere contenuti in molecole complesse che richiedono più tempo per essere demolite.