
la carenza di torba mette in crisi i vivai
Piogge eccezionali, nel periodo di raccolta primavera estate 2025, nei Paesi Baltici, in Finlandia e in Svezia hanno ridotto la raccolta di torba drasticamente fino al 50%, mentre la crescente domanda globale – trainata dalla Cina – assorbe volumi sempre maggiori di torba e fibre vegetali. A subire le conseguenze sono soprattutto i vivai, che si trovano di fronte a forniture incerte, prezzi in continuo rialzo e rischi per la produzione di piante ornamentali e fiori destinati al mercato europeo.
Estonia e Lettonia parlano di una delle peggiori stagioni degli ultimi decenni, la Germania lancia l’allarme tramite l’IVG, mentre i Paesi Bassi – hub europeo dei substrati – vedono compromesso il proprio approvvigionamento. La crisi della torba è una sfida strutturale che mette in discussione il futuro dei vivai in Europa e impone una riflessione urgente su approvvigionamento, sostenibilità, sicurezza delle produzioni e purtroppo costi al rialzo.
Meno torba, più cocco e fibra di legno
Non tutti i vivai possono eliminare la torba dai substrati di coltivazione, meno che mai farlo in tempi rapidi. Per molte attività la torba resta e rimarrà la materia prima per eccellenza nei substrati.
Ma, vista la carenza strutturale del prodotto sul mercato e i prezzi al rialzo, una strada percorribile potrebbe essere quella di razionalizzare l’impiego, riducendo le percentuali di torba presenti all’interno delle miscele, integrandole con materie prime rinnovabili, come fibra di cocco e fibra di legno.
Questa strategia non comporta un taglio netto della torba all’interno dei substrati, ma piuttosto un uso più intelligente e razionalizzato delle risorse. La torba rimane l’elemento centrale nelle formulazioni, ma in quantità ridotta rispetto a prima, garantendo comunque omogeneità, stabilità e capacità di ritenzione idrica del substrato. La fibra di cocco e la fibra di legno apportano benefici complementari, migliorano l’aerazione del substrato, riducono la compattazione e rendono il substrato anche più sostenibile.
Come azienda produttrice possiamo offrire, già oggi, una soluzione collaudata da tempo, Wix, una miscela composta da torba, fibra di cocco, fibra di legno e pomice, che ha riscosso fin da subito un ottimo successo in ambito vivaistico. L’esperienza sull’uso di Wix ha dimostrato che può garantire risultati paragonabili (e in alcuni casi anche migliori, grazie anche all’inserimento di correttivi) rispetto ai substrati tradizionali, mantenendo la qualità delle produzioni senza compromettere la sicurezza delle colture. Questo approccio può consentire ai vivai di affrontare l’emergenza torba senza dipendere totalmente dalle oscillazioni del mercato, con un aumento dei costi più contenuti, salvaguardando competitività e continuità produttiva.
Substrati peat free come alternativa alla torba: è uno scenario possibile?

È ancora presto per dirlo, ma sono sempre di più gli addetti ai lavori che hanno iniziato a prediligere i substrati peat free, senza la presenza di torba. Una sfida, in questo caso, che non nasce dall’emergenza torba (anche perché è decisamente improbabile convertire la produzione in tempi così stretti), ma dalla volontà di percorrere una strada sostenibile, dettata dalle richieste di mercati e in particolare dal mondo dei garden. Come azienda produttrice di substrati abbiamo cercato, anche in questo caso, di anticipare questa sfida, realizzando terricci con materie prime rinnovabili a partire dalla fibra cocco e l’eventuale aggiunta della fibra di legno, ma anche miscele composte da cocco, fibra di legno e pomice (senza ovviamente la presenza di torba, come nel caso del substrato Wix). Prodotti sostenibili e performanti in varie fasi di crescita delle piante, ma con alcune problematiche da valutare, risolvibili grazie all’utilizzo di correttivi, che permettono di migliorare e adeguare le caratteristiche del substrato alle necessità specifiche delle colture. I nostri casi di successo sono la testimonianza che per molti vivaisti è diventato cruciale ottimizzare l’uso delle risorse, razionalizzare gli acquisti e guardare con attenzione alle innovazioni, che possono ridurre la dipendenza dalla torba.
La situazione in Olanda, Estonia e Lettonia e Germania
L’Olanda, leader europeo nella produzione di substrati per vivai e florovivaismo, dipende fortemente dalla torba proveniente dai Paesi Baltici, da Finlandia e Svezia. Nel 2025, la raccolta è crollata al 40–50%, con punte del 25–35% per la torba bionda. Accanto alla torba, anche la fibra di cocco – seconda materia prima più utilizzata – è soggetta ad una ridotta disponibilità, aggravata dall’imprevedibilità della stagione delle piogge nei paesi produttori. Questo quadro genera rincari e rende difficile garantire forniture stabili ai vivai europei. In Estonia, la raccolta della torba ha raggiunto solo il 25% dei livelli normali. Una quantità troppo bassa per sostenere la domanda dei vivai. Il 90% della torba estone è normalmente destinato al mercato europeo. La forte riduzione mette quindi a rischio la disponibilità di terricci per milioni di piante in vaso, arbusti e fiori coltivati nei vivai. In Lettonia la produzione di torba è ferma a circa il 29% dei volumi pianificati. L’Associazione Lettone della Torba ha chiesto al governo di dichiarare lo stato di emergenza, poiché le aziende non riescono a rispettare i contratti di fornitura.
Anche in Germania la situazione desta grande preoccupazione. L’IVG (Industrieverband Garten), che rappresenta circa 150 aziende del settore green, ha diffuso un comunicato in cui evidenzia come la torba resti insostituibile e strategica per la produzione di substrati. Il settore tedesco utilizza circa 4,7 milioni di m³ di torba l’anno per produrre 8 milioni di m³ di substrati. Metà di questo volume è importato, mentre in patria le potenzialità estrattive sono bloccate dal divieto imposto dalla Bassa Sassonia. La scarsità di torba spinge i vivai e produttori verso alternative come compost, corteccia, fibra di legno e cocco. Tuttavia, le quantità disponibili non sono spesso sufficienti di sostituire i volumi necessari.
La crisi europea si somma, poi, a una domanda mondiale asiatica in forte crescita. La Cina, per esempio, ha quadruplicato le superfici coltivate in serra in soli cinque anni, generando un consumo enorme di torba e fibre vegetali. Secondo le ricerche dell’Università di Wageningen, la domanda di substrati crescerà del 400% entro il 2050 rispetto ai dati del 2020. Per i vivai significa già oggi competere con mercati lontani, con alta capacità di acquisto.
Le prospettive 2026 per i vivai
La torba rimarrà difficile da reperire anche nei prossimi mesi, incerta nei volumi e sempre più costosa. Potrà recuperare in parte, ma i ritardi accumulati nel 2025 non saranno colmati in breve tempo. Ecco perché molti vivaisti stanno accogliendo la sfida delle risorse rinnovabili, puntato sulla riduzione della presenza di torba nei substrati. Per molti produttori si tratta di una sfida cruciale, con importanti investimenti da dover affrontare, a fronte di una futura rinnovata competitività, oltre che ad una riduzione dalla dipendenza da torba. Se la torba in futuro sarà sempre meno disponibile, non è detto che sia lo stesso per il cocco, meno che mai per la fibra di legno. La sua carenza non dipende tanto da problemi normativi, quanto da questioni logistiche, come trasporti rallentati, costi di spedizione alle stelle e, in alcuni periodi, condizioni climatiche che creano ripercussioni negative sulla lavorazione. Tutti fattori che, seppur pesanti, possono essere risolti con il tempo. Non a caso molti operatori del settore credono che l’approvvigionamento di cocco tornerà a stabilizzarsi più facilmente, mentre per la torba la direzione sembra ormai segnata.