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La pacciamatura in estate

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La pacciamatura è una pratica fondamentale anche nei mesi estivi, che permette non solo di contenere la crescita delle erbe infestanti, comunemente chiamate erbacce, ma anche di mantenere i corretti livelli di umidità. La pacciamatura è un processo particolarmente importante nel mondo del vivaismo, fondamentale per preservare la salute delle piante e migliorare la gestione di molte pratiche come l’irrigazione. La pacciamatura offre numerosi vantaggi che sono:

  • La riduzione delle erbacce. La pacciamatura crea una barriera fisica che impedisce la crescita delle erbacce, riducendo la competizione per le risorse con le piante coltivate.
  • La conservazione dell’umidità.  La pacciamatura permette di mantenere il terreno umido, riducendo notevolmente l’evaporazione dell’acqua e la necessità di irrigare frequentemente.
    – La protezione del terreno o del substrato. Il processo di pacciamatura protegge il suolo dall’erosione causata da vento e pioggia, mantenendo la struttura del suolo più compatta e prevenendo la perdita di nutrienti.
  • La regolazione della temperatura. La pacciamatura mantiene il terreno più fresco in estate e più caldo in inverno, creando un ambiente più stabile per le radici delle piante.
  •  L’apporto di nutrienti al terreno. Il pacciame organico (per esempio l’utilizzo del Miscanthus) si decompone nel tempo e arricchisce il terreno con sostanze nutritive, migliorando costantemente la sua fertilità.
  • Il miglioramento dell’estetica degli spazi verdi. Un aspetto da non sottovalutare, legato alla pacciamatura, è proprio quello della questione estetica. La pacciamatura ad uso decorativo (per esempio con l’utilizzo della fibra di legno rossa Containermulch) permette di migliorare complessivamente l’aspetto dei vasi e anche delle aiuole, dei giardini e dei parchi pubblici, creando un contesto ordinato e ben curato.
  •  Riduzione dell’erosione. Un ultimo aspetto da evidenziare è la capacità della pacciamatura di contribuire a prevenire il fenomeno dell’erosione del suolo. Questo avviene se la pacciamatura viene utilizzata in pieno campo, in particolare su terreni posizionati in aree non pianeggianti. In questo caso, la presenza della pacciamatura contribuisce a stabilizzare il suolo, determinando una migliore compattezza del terreno.

Curiosità storiche: l’introduzione della pacciamatura risale a migliaia di anni fa

La pacciamatura è una pratica molto antica e risale addirittura a migliaia di anni fa. Le prime forme rudimentali di pacciamatura sono state utilizzate in modo intuitivo da agricoltori e “primi giardinieri” per migliorare le condizioni del suolo e proteggere al meglio le piante. Tuttavia, l’introduzione e l’adozione della pacciamatura in ambito professionale, come pratica standardizzata e riconosciuta nell’agricoltura e nell’orticoltura moderna, ha seguito un percorso più documentato e formalizzato a partire dal XIX e XX secolo.  Le civiltà antiche come Egizi, Romani e le culture agricole in Asia e in America, utilizzavano materiali organici come paglia, foglie e letame per coprire il terreno e migliorare la fertilità del suolo. Queste pratiche non erano formalmente riconosciute come “pacciamatura” nel senso attuale del termine, ma condividevano molti degli stessi principi. Con l’avvento della cosiddetta agricoltura “scientifica” nel XIX secolo, iniziarono a essere condotti studi sistematici sui benefici di varie pratiche agricole, compresa la pacciamatura. Gli agronomi e i ricercatori agricoli cominciarono a documentare l’efficacia del pacciame nella conservazione dell’umidità e nella riduzione della crescita delle erbacce. Nel corso del XX secolo la pacciamatura è stata sempre più adottata in ambito professionale grazie a studi scientifici che ne hanno dimostrato i vantaggi. Negli anni Trenta e Quaranta dello scorso secolo, l’uso della pacciamatura è stato promosso come parte integrante della conservazione del suolo. Oggi la pacciamatura è una pratica consolidata e ampiamente utilizzata sia in agricoltura professionale, nel mondo del vivaismo e anche nel giardinaggio hobbistico.  

Difesa dalle malerbe e non solo

La pacciamatura è una pratica importante perché consente di combattere l’insorgere delle erbe infestanti in modo naturale, evitando l’impiego di diserbanti e riducendo l’uso di manodopera. Senza dubbio un modo sostenibile per risolvere questo gravoso problema per le coltivazioni in vaso, per le aiuole, per i giardini ed anche per alcune coltivazioni di piante in terra.  Durante l’autunno e nei mesi invernali la pacciamatura protegge le radici delle piante dal freddo e dai continui sbalzi di temperatura, con l’arrivo della primavera e nei primi mesi estivi di sole, la pacciamatura diventa elemento cruciale per proteggere le piante dal caldo. Una corretta pacciamatura permetterà alle piante di conservare l’umidità presente nel terreno o nel substrato e rallentare il processo di evaporazione dovuto al sole e al vento.
La pacciamatura è un’operazione che ha molte altre importanti implicazioni, come per esempio la riduzione dei costi di manutenzione. Oltre a preservare le radici dalle piante infestanti permette anche di limitare il processo di irrigazione, visto che la pianta manterrà un livello di umidità costante. La pacciamatura consente, nelle applicazioni sul terreno, di evitare il compattamento del suolo ad opera dell’acqua piovana e di irrigazione e può contribuire a ridurre il fenomeno dell’erosione in caso di piogge. Il periodo migliore per effettuare la pacciamatura estiva è compreso fra aprile e luglio, quando l’attività vegetativa è ai massimi livelli. Prima di stendere il materiale è necessario togliere le erbe infestanti, lavorare il terreno e annaffiare abbondantemente.

I materiali più utilizzati

Per il processo di pacciamatura è possibile utilizzare molti materiali, tra cui i tradizionali corteccia di pino, pomice e lapilli vulcanici (molto dipende dal tipo di impiego e dagli obiettivi che si vogliono raggiungere).  Tra i prodotti più utilizzati recentemente nel campo del vivaismo per le coltivazioni in vaso si segnalano il Miscanthus e il cippatino di faggio, in grado di  ridurre o eliminare la crescita delle erbacce.
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