
La fibra di cocco è un materiale naturale, versatile e sostenibile che deriva dal guscio esterno del frutto della palma, la noce di cocco. Negli ultimi anni l’impiego di questo materiale è cresciuto enormemente, diventando un sostituto della torba, soprattutto nei substrati peat free. Il prodotto che giunge a noi arriva dopo un importante processo di maturazione, che ha l’obiettivo di portare la fibra al giusto grado di umidità.
La fibra di cocco può avere caratteristiche diverse a seconda delle zone di produzione. In generale presenta un ph neutro o subacido – 6,5 – con un contenuto salino (potassio, cloro e sodio) dovuto alla prossimità del mare delle palme da cocco. Ma uno degli aspetti critici da considerare è la salinità residua del prodotto – che se presente in quantità eccessiva – può avere ripercussioni sulla qualità del substrato di coltivazione e sulla salute delle piante.
Perché la fibra di cocco può avere alti livelli di salinità?

Perché la fibra di cocco può avere alti livelli di salinità?
La fibra di cocco proviene in larga parte da regioni costiere come India e Sri Lanka, dove il processo di ammollo e maturazione (conosciuto come rettifica) avviene spesso in acque salmastre o poco dolci. In altri casi la fibra viene stoccata all’aperto, con esposizione diretta all’aerosol marino. Questo comporta un’elevata presenza di sali solubili e/o scambiabili, come:
- Cloruri (Cl⁻)
- Sodio (Na⁺)
- Potassio (K⁺)
- Calcio (Ca²⁺) e Magnesio (Mg²⁺)
Salinità residua: non tutti i sali sono dannosi per le piante

Uno degli aspetti più critici nella gestione della fibra di cocco è rappresentato dalla salinità residua, un parametro che può compromettere seriamente la salute delle piante. Non tutti i sali sono dannosi e comunque alcuni si dilavano subito con le prime irrigazioni in vaso. Ecco alcuni dei motivi principali.
Cosa causa la salinità nella fibra di cocco?
Fonte di salinità | Causa |
Residui di sali naturali | La fibra di cocco contiene naturalmente cloruri, sodio e potassio in eccesso se non trattata correttamente |
Stoccaggio improprio | Lunghi periodi di stoccaggio in ambienti umidi o poco aerati possono concentrare i sali |
Lavorazione incompleta | Mancanza di lavaggio o buffering adeguato nel ciclo produttivo iniziale |
SALI BUONI (nutrienti utili)
Utilità: indispensabili per la crescita e lo sviluppo delle piante
Funzione: forniscono macro e microelementi
Esempi:
- Nitrato di potassio (KNO₃)
- Nitrato di calcio (Ca(NO₃)₂)
- Fosfato monopotassico (KH₂PO₄)
- Solfato di magnesio (MgSO₄)
- Solfato di potassio (K₂SO₄)
- Chelati di ferro, manganese, zinco, rame
Effetti: crescita vigorosa, buona fotosintesi, sviluppo radicale e fioritura.
SALI NEUTRI
Utilità: non tossici alle concentrazioni normali, non essenziali come nutrienti
Effetto: contribuiscono alla salinità (CE) senza danni diretti a basse concentrazioni
Esempi:
- Cloruro di calcio (CaCl₂)
- Cloruro di magnesio (MgCl₂)
- Solfato di sodio (Na₂SO₄)
- Cloruro di potassio (KCl) in suoli già ricchi di potassio
Nota: se accumulati eccessivamente, possono diventare dannosi.
SALI NOCIVI
Utilità: non utili come nutrienti e dannosi per le piante se presenti in quantità elevate
Effetti: stress osmotico, bruciature fogliari, necrosi, riduzione assorbimento acqua
Esempi:
- Cloruro di sodio (NaCl)
- Solfato di sodio in eccesso
- Fluoro
- Boro in concentrazioni elevate
- Alluminio
Altri microelementi in eccesso
Uno schema riepilogativo
Sali | Utilità | Esempi | Effetti |
Sali buoni | Nutrono le piante | Nitrati, fosfati, solfati di nutrienti | Crescita e sviluppo sani |
Sali neutri | Non nutritivi, non tossici a basse concentrazioni | Cloruri e solfati di calcio, magnesio, sodio | Neutri, ma alti livelli aumentano CE |
Sali nocivi | Tossici o creano salinità eccessiva | Cloruro di sodio, fluoro, alluminio, boro in eccesso | Stress osmotico, bruciature, danni alle piante |
Effetti negativi della salinità nei substrati di coltivazione
La fibra di cocco può rappresentare un’alternativa alla torba nei substrati peat-free, ma è fondamentale controllare i livelli di salinità. Come azienda produttrice di substrati ci affidiamo sempre a fornitori esperti e certificati, ma questo non mette totalmente al riparo da imprevisti e dalla possibilità di disporre di un prodotto caratterizzato da livelli di salinità eccessivi. Questo aspetto, se non correttamente valutato, può avere effetti dannosi sulle piante come:
- Stress osmotico: le radici possono assorbire meno acqua
- Fitotossicità: ingiallimenti, necrosi fogliare e arresto della crescita
- Competizione tra ioni: il sodio e il cloruro competono per i nutrienti essenziali
- Conduttività elettrica (EC) elevata
La classificazione della salinità nella fibra di cocco
Estratto 1:5 (metodo EN) | Estratto saturo | Rischio salinità | Indicazioni |
0-0,11 | 0-0,75 | Molto basso | Livello di nutrienti insufficiente a sostenere una rapida crescita |
0,12-0,35 | 0,76-2,0 | Basso | Livello adatto per semenzali, piantine da trapiantare e piante sensibili alla salinità |
0,36-0,65 | 2,0-3,5 | Normale | Range di valori adatti alla maggior parte delle piante. Valori superiori troppo elevati per piante sensibili alla salinità |
0,66-0,89 | 3,5-5,0 | Elevato | Vigore e crescita possono subire riduzioni, particolarmente durante la stagione calda |
0,9-1,1 | 5,0-6,0 | Molto elevato | Possibili danni da ridotto assorbimento di acqua (appassimento, necrosi marginale) |
>1,1 | >6,0 | Estremo | Danni a quasi tutte le piante. È richiesto un immediato lavaggio |
L’utilizzo della fibra di cocco nei substrati
La fibra di cocco viene impiegata nei substrati di coltivazione per:
- Migliorare la struttura fisica, garantendo livelli ottimali di porosità e di capacità di ritenzione idrica
- Come sostituto totale (substrati peat free) o parziale della torba
- Per la realizzazione di substrati leggeri, arieggiati e particolarmente drenanti
- Favorire la radicazione rapida e lo sviluppo equilibrato delle piante.
Ma sono sempre necessari controlli rigorosi all’ingresso del prodotto nel nostro sito di stoccaggio e prima della miscelazione all’interno del substrato.
Come avviene il controllo sulla fibra di cocco

La fibra di cocco può migliorare la struttura del substrato, garantendo livelli ottimali di porosità e di capacità di ritenzione idrica. Per garantire a tutti i nostri clienti un prodotto idoneo, ci affidiamo fin dall’acquisto franco partenza, a fornitori affidabili che utilizzano protocolli rigorosi di produzione e in grado di fornire un prodotto lavato o bufferizzato, con bassi livelli di salinità certificati. Eseguiamo, poi, all’ingresso della fibra di cocco nel nostro sito di produzione controllo rigorosi sui livelli di PH e di salinità residua. Se il prodotto non rispecchia gli standard previsti non viene utilizzato o comunque può essere sottoposto ad ulteriori lavaggi per raggiungere i livelli di salinità desiderati.
Sensibilità delle piante alla salinità
Livelli di salinità elevati nel substrato, possono influenzare negativamente la crescita delle piante, o portare anche alla loro morte. Un eccesso di sali, infatti, può ridurre l’assorbimento di acqua, causare stress osmotici e manifestarsi con necrosi marginale o clorosi fogliare. Le piante si suddividono in varie categorie in base alla loro sensibilità alla salinità. Vediamole.
Piante molto sensibili alla salinità (richiedono acque a basso contenuto salino e substrati con EC contenuta): Berberis, Camellia, Cedrus atlantica, Feijoa sellowiana, Gardenia, Liriodendron tulipifera, Mahonia, Photinia, Rododendro, Trachelospermum.
Piante sensibili alla salinità (sopportano concentrazioni saline leggermente superiori, ma possono comunque subire danni se esposte a livelli di salinità moderati): Abelia, Arbutus unedo, Cedrus deodara, Lagerstroemia, Magnolia grandiflora, Nandina domestica, Strelitzia, Viburnum tinus, Yucca.
Piante moderatamente sensibili alla salinità (mostrano una discreta resistenza allo stress salino): Agapanthus, Agave, Buxus, Cupressus, Eleagnus, Juniperus chinensis, Pittosporum tobira, Lantana, Ligustrum japonicum, Raphiolepis, Thuja orientalis.
Piante tolleranti alla salinità (sono in grado di crescere in ambienti con livelli di salinità più elevati): Bouganvillea, Callistemon, Chamaerops excelsa, Eleagnus angustifolia, Eucalyptus, Euonymus japonicus, Liquidambar, Nerium, Robinia, Rosmarinus.