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Come scegliere il substrato di coltivazione e come modificarlo

Coltivazione di piante in vaso

Nel vivaismo la scelta del corretto substrato di coltivazione è fondamentale per assicurare alla pianta coltivata una salute e una crescita ottimale.

I professionisti del settore sanno bene che la scelta del substrato non deve essere fatta in modo avventato ma in modo ponderato.
Questo è infatti una miscela creata appositamente al fine di supportare lo sviluppo della pianta, fornendo alle radici l’ambiente ideale per svilupparsi e crescere in modo sano, garantendo al tempo stesso un drenaggio corretto e un’aerazione adeguata.

In questo articolo parleremo di come scegliere il substrato di coltivazione e come modificarne le caratteristiche.

Coltivazione di piante in vaso

come scegliere il substrato di coltivazione

Per scegliere il substrato più adatto alle tue esigenze è necessario considerare 3 aspetti: la tipologia di piante coltivate, le materie prime e le caratteristiche fisiche e chimiche dei componenti.

le tipologie di piante

Ogni coltura ha esigenze specifiche. Il substrato ideale dovrà andare a soddisfare tali esigenze per poter garantire uno sviluppo adeguato.

Ad esempio, le piante acidofile necessitano di un pH acido mentre le piante succulente hanno bisogno di substrati molto drenanti e non troppo carichi di elementi nutritivi.

In base alla tipologia di pianta andremo quindi a scegliere le materie prime più adatte alle sue necessità.

le materie prime che compongono un substrato

Le materie prime che possono comporre un substrato di coltivazione sono molteplici, ognuna con caratteristiche particolari.

  • Torba: questo materiale organico si caratterizza per un’ottima capacità di ritenzione idrica e una struttura leggera e porosa. Migliora la struttura del terreno e garantisce un buon sviluppo delle radici. Si rivela adatta a quelle piante che hanno bisogno di un ambiente acido, a ciclo lungo e con esigenze di bassa conducibilità elettrica.
  • Midollo e fibra di cocco: è un’alternativa valida e sostenibile alla torba. È leggera, ben drenante e con una buona capacità di ritenzione idrica. È ottima per le coltivazioni in serra.
  • Pomice: è un minerale naturale che migliora l’aerazione e il drenaggio ma non compromette la capacità di ritenzione idrica. Adatta a quelle piante che necessitano un buon drenaggio e una buona ossigenazione delle radici.
  • Corteccia di pino: permette di realizzare substrati con una buona aerazione. È ottima per piante acidofile o ornamentali che necessitano di un ambiente ben drenato e leggermente acido.
  • Lapillo vulcanico: si tratta di materiale vulcanico poroso in grado di migliorare il drenaggio e l’aerazione del substrato. Si utilizza all’interno di miscele per quelle piante che richiedono una bassa ritenzione idrica.
  • Fibra di legno: alcune tipologie di fibre di legno, in percentuale sul totale del volume del 20-30%, migliorano la struttura del substrato aumentando la riserva di acqua facilmente disponibile. Si impiega in miscele per piante che hanno bisogno di una buona ritenzione idrica e un buon sviluppo delle radici.
  • Perlite: un minerale espanso che aumenta l’aerazione e il drenaggio del substrato. Il suo impiego evita il compattamento del suolo, favorendo così lo sviluppo radicale. È molto impiegato in idroponica e per le colture che richiedono frequenti irrigazioni, senza compromettere l’aerazione.

le caratteristiche da tenere in considerazione

I parametri chimici e fisici di un substrato di coltivazione danno le informazioni necessarie per capire il possibile comportamento in coltivazione e, di conseguenza, se tale substrato è adatto o meno alla coltura a cui vogliamo destinarlo.

pH

Indica l’acidità o l’alcalinità di un substrato.
Il pH influenza gli esiti della coltivazione poiché controlla la disponibilità dei nutrienti, la tossicità di alcuni elementi (come manganese, boro e zinco) e l’attività di microrganismi benefici e patogeni.

conducibilità (CE)

Misura la concentrazione di sali disciolti nel substrato, che influisce sulla disponibilità di elementi nutritivi in forma ionica utili per lo sviluppo e per la crescita.
La conducibilità non discrimina tra potere nutritivo di un substrato e potenziale tossicità da elementi non utili. Fornisce infatti un parametro quantitativo, non qualitativo.

capacità di scambio cationico CSC

Misura la capacità del substrato di trattenere e scambiare ioni positivi (cationi) e si misura in milliequivalenti per quantità di suolo/substrato in grammi.
Un buon CSC garantisce che i nutrienti siano disponibili per le piante per un periodo più lungo, riducendo il rischio di perdita tramite lisciviazione.

densità apparente p/v

È il rapporto tra il peso del substrato e il volume occupato, ovvero misura la sua compattezza.
Il suo valore cambia a seconda delle materie prima e della loro pezzatura. Un basso valore di densità apparente è generalmente connessa a un alto valore di quantità d’aria, anche se matrici minerali molto porose possono risultare in un alto peso specifico.
La densità del substrato può avere particolare importanza nella coltivazione in contenitore, poiché un maggior peso significa anche più energia da utilizzare nella movimentazione. Inoltre, può limitare le capacità di carico nelle spedizioni.

porosità totale % v/v

È la capacità del substrato di consentire il passaggio di aria e di acqua delle radici.
Una porosità adeguata evita il compattamento e garantisce il corretto sviluppo di queste. Un blend adatto per la coltivazione in vaso deve garantire un adeguato rapporto di acqua e aria. Generalmente la porosità del substrato di coltivazione non idratato è circa dell’85-90%.

grado di restringimento %

Misura la capacità di restringimento del substrato sottoposto a saturazione idrica e successivo essiccamento.
Tale parametro dà indicazioni sulla stabilità fisica di un substrato nel corso dell’uso in coltivazione. Anche l’attività microbiologica può nel tempo far perdere stabilità meccanica al substrato: la perdita di struttura sarà più veloce nel caso in cui nella miscela saranno prevalenti materie prime non compostate (cocco, legno, ecc..).

proprietà idrologiche

Determinano in che modo l’acqua interagisce con il substrato come, ad esempio, la sua capacità di trattenere, assorbire, percolare e drenare l’acqua. Queste caratteristiche influenzano il comportamento dell’acqua nel suolo.

Tabella sulle proprietà idrologiche del substrato di coltivazione
Credits: Aipsa

come modificare le caratteristiche del substrato di coltivazione

È possibile modificare le caratteristiche del substrato aggiungendo:

  • Materie prime diverse: permettono di agire sulle proprietà sia fisiche che chimiche del suolo e quindi sulla capacità di ritenzione idrica, sulla porosità, sul pH e via dicendo.
  • Correttivi: consentono di modificare il pH del substrato, con tempistiche diverse in relazione al tipo di correttivo utilizzato. Ad esempio, l’idrossido di calcio ha un effetto correttivo più marcato del carbonato di calcio e magnesio ma ha una minor durata.
  • Fertilizzanti: la nutrizione è un fattore essenziale per la riuscita della coltivazione. Sia la lunghezza del ciclo di coltivazione che la specie sono da considerare nella scelta del tipo di fertilizzante miscelato nel substrato. Per esempio i cicli lunghi necessitano di un fertilizzante CRF da 8 oppure 12 mesi, mentre per i cicli più brevi un CRF da 6 mesi è sufficiente.

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Realizziamo ricette su misura di substrati di coltivazione in base alle esigenze dei coltivatori.

Partendo dalle materie prime di base (torba, cocco, fibra di legno, pomice, lapillo, perlite zeolite), creiamo la miscela ideale per le tue piante in seguito a una consulenza personalizzata. Inoltre, per ogni materia prima possiamo distinguere varie tipologie.

Non esiste il substrato di coltivazione universalmente perfetto. 
La giusta miscela è quella che più si adatta alle esigenze che il contesto richiede.

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