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L’idratazione del substrato di coltivazione

Substrato di coltivazione

Il substrato è uno dei fattori che maggiormente influenzano il risultato di una coltura in vaso.
Questo deve avere, oltre a un pH adatto e un ridotto contenuto di sali solubili, anche un’elevata porosità, un’ adeguata capacità di ritenzione idrica e una buona stabilità nel tempo.
L’idratazione del substrato è un fattore molto importante e conoscere in che modo l’acqua viene assorbita è fondamentale per la scelta delle componenti più adatte alla coltura e per il controllo dell’irrigazione.

Il comportamento dell’acqua nei substrati di coltivazione

L’acqua svolge un ruolo cruciale nella gestione dei substrati poiché influisce sulla crescita delle piante, sulla disponibilità dei nutrienti e sull’efficienza del sistema radicale.
A determinare come l’acqua si comporta in termini di ritenzione, drenaggio e disponibilità alla pianta sono le proprietà fisiche e chimiche del substrato.
Proprietà diverse determinano quindi comportamenti idrici diversi. In questo contesto, le differenze tra le diverse miscele si riflettono sulla gestione idrica e, di conseguenza, sulla sostenibilità del sistema di coltivazione e sulla qualità della pianta in contenitore.

Miscele a base di torba

Esempi di torba di sfagno fine e torba di sfagno a fibra lunga

La torba è particolarmente apprezzata in orticoltura e vivaismo per l’elevata capacità di ritenzione idrica e per la struttura leggera che la caratterizza.
La struttura porosa specifica delle specie vegetali di cui normalmente è composta, le permette di trattenere grandi quantità di acqua disponibile per le piante.

Ritenzione idrica elevata

La torba è ideale per tutte quelle colture con esigenze idriche costanti proprio grazie alla sua capacità di assorbire acqua fino a diverse volte il suo peso.
Tuttavia, se trattiene troppa acqua può rallentare il drenaggio, aumentando il rischio di saturazione e asfissia radicale. È quindi importante scegliere bene la lunghezza della fibra e il suo livello di decomposizione in base al tipo di pianta e alla gestione idrica aziendale.

Tensione matriciale

Dobbiamo tenere presente che quando si ha a che fare con la torba,, una porzione significativa d’acqua può essere trattenuta troppo saldamente per essere disponibile alle piante.
Ciò accade soprattutto quando il substrato si asciuga oltre un certo punto. Questo vale soprattutto per torbe scure ad alto grado di umificazione. Esse, infatti, anche se all’apparenza possono sembrare più assorbenti, hanno valori di acqua facilmente disponibile più bassi rispetto alle torbe bionde meno “mature”.

Idrofobicità

La torba ha la tendenza a diventare idrofobica quando completamente asciutta, ostacolando la reidratazione. Questa situazione richiede strategie specifiche come l’impiego di agenti umettanti o la miscelazione con altre materie prime.

stabilità strutturale

Sebbene la torba abbia una buona stabilità nel tempo, la sua decomposizione progressiva, anche se lenta, può alterarne la porosità e la capacità di drenaggio.

Per ottenere un terriccio adatto in particolar modo a diametri del contenitore < 1L, oppure alveoli, è opportuno impiegare della torba fine, mentre per una maggior ritenzione sul lungo periodo è più indicata la torba a fibre lunghe, specialmente per contenitori con diametri importanti e cicli di coltivazioni lunghi, anche superiori a 1 anno.

Miscele a base di fibra e midollo di cocco

Confronto tra fibra e midollo di cocco

Fibra e midollo di cocco rappresentano un’alternativa valida e sostenibile alla torba.
Ottenuta dalla lavorazione della noce di cocco (drupa), possiede caratteristiche idriche particolari.

Ritenzione idrica bilanciata

Nonostante le miscele con alte quantità di fibra trattengono meno acqua rispetto alla torba, garantiscono una buona disponibilità idrica alla pianta, riducendo il rischio di saturazione e di ristagno.

Drenaggio e aerazione

La struttura fibrosa del cocco favorisce un drenaggio efficiente e un’ottima aerazione. In questo modo si va a creare un ambiente favorevole per le radici e si limita lo sviluppo di patogeni associati all’asfissia.

Durata e stabilità

Degradando più lentamente rispetto alla torba, fibra e midollo di cocco mantengono la loro stabilità meccanica più a lungo.

Salinità iniziale

La fibra di cocco potrebbe contenere dei sali residui derivanti dal processo di lavorazione, motivo per cui è importante scegliere prodotti lavati e tamponati. La loro presenza infatti avrebbe effetti negativi sulla salute delle piante.
Per evitare di incorrere in tale problema è buona prassi utilizzare materie prime di qualità per la preparazione di substrati di coltivazione. A tal fine si utilizzano correttivi specifici.

Se si vuole un’alta ritenzione idrica dovremo utilizzare molto midollo.
Aumentando la quantità di fibra invece si ottiene un drenaggio maggiore.

Miscele a base di fibra di legno

Confronto tra fibra di legno di conifere e di castagno

La fibra di legno è una materia prima sostenibile sempre più impiegata nella preparazione dei substrati, principalmente in combinazione con altri materiali.

Bilanciata ritenzione idrica

La fibra di legno più grossolana trattiene meno l’acqua rispetto alla torba e al cocco e questo la rende più adatta a colture che necessitano di substrati ben drenanti e che mantengono per più tempo la struttura.
La fibra da estrusione, molto più sottile, consente invece di aumentare la quantità d’acqua facilmente disponibile all’interno del vaso, se in miscela con altre materie prime.

Elevato drenaggio

La sua struttura aperta e grossolana favorisce un rapido drenaggio e riduce il ristagno idrico, favorendo anche una buona aerazione.

Aerazione ottimale

Assicura un ambiente ben ossigenato per le radici, mostrandosi così ideale per quelle colture che hanno bisogno di un’aerazione elevata o che crescono in condizioni di elevata umidità ambientale.

Assorbimento rapido iniziale

La fibra di legno si imbibisce velocemente, ma da sola non trattiene l’acqua a lungo. Di conseguenza risulta utile in sistemi dove la ritenzione idrica prolungata non è prioritaria.

Stabilità e decomposizione

In alcune condizioni la fibra di legno può decomporsi e quindi compostare più rapidamente della torba, fattore che può influenzare la struttura del substrato nel medio periodo. In questo modo si ha un’immobilizzazione di una parte dell’azoto fornito, fenomeno di cui bisogna tener conto nella creazione della ricetta del substrato.
In generale possiamo dire che i materiali trattati termicamente presentano una maggiore stabilità.

Sostenibilità

La fibra di legno deriva da fonti rinnovabili e con un basso impatto ambientale. Per questo motivo è uno dei materiali più sostenibili in orticoltura e vivaismo.

Confronto idratazione tra torba, cocco e fibra di legno
TorbaFibra di coccoFibra di legno
Ritenzione idricaAltaAltaMedia
DrenaggioModeratoBuonoOttimo
AerazioneModerataOttimaOttima
ReidratazioneDifficoltosa (idrofobica)FacileFacile
DecomposizioneLentaMediaMedia
Impatto ambientaleMedio-altoMedio-bassoBasso

la composizione delle miscele

La scelta del substrato dipende dalle esigenze specifiche delle colture, dalle condizioni ambientali e dalle pratiche di irrigazione. Comprendere il comportamento dell’acqua in ciascun substrato consente di ottimizzare la crescita delle piante, minimizzando sprechi idrici e migliorando la sostenibilità delle coltivazioni.

Il punto di partenza ottimale per la determinazione del substrato di coltivazione è sempre il focus sui fabbisogni della varietà coltivata nel contesto di coltivazione in cui si trova. Un agronomo può indicare il tipo di substrato in base a queste informazioni raccolte in campo o in serra.

Infine dobbiamo considerare che tra le varie tipologie di torba, cocco o fibra di legno esistono grandi differenze in termini di granulometria, grado di umificazione, specie utilizzata, metodo di lavorazione e prevalenza in miscela. Tutto ciò si riflette direttamente sull’idrologia del substrato.
In ogni caso possiamo ottenere un terriccio ad alta ritenzione anche con una sola materia prima, basta utilizzare le varianti più adatte e nelle quantità più idonee.

Un approccio integrato che combina materiali diversi può comunque massimizzare i vantaggi e minimizzare le criticità, ottimizzando così la gestione idrica e la crescita delle piante.

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